Foto di Franco Masculo 1993, Studio Milano
Un ringraziamento particolare per le immagini a Sergio Necchi di ABC,
Nedi Bardone, Giuseppe Molteni e Roberta Motta,
Luciana Mulas, Lorenzo e Simona Vanzetto, Marco Zerbola
I primi dipinti di Imer Guala riportano un racconto, soprattutto ad una memoria “epico-popolare”:
“Il mistero del mito, Icaro, Metamorfosi, le Stanze Enigmatiche”, e qui l’artista si interroga, attraverso la rappresentazione, sul proprio passato.
Lo sguardo sul futuro contribuisce e stimola ad un nuovo momento di ricerca verso più intense esperienze creative ed emotive. Ne deriva, dunque, un messaggio che vuole esprimere l’incontenibile dell’immaginazione e la forza delle sensazioni che si agitano nella memoria.
Da qui nascono le Forme-Figure immobili in un ambiente senza confini. Dove il sogno e le fantasie si ritrovano in spazi teatrali immaginari, tra fondali e quinte scenografiche, ricordi musicali
(suo Mozart’91), corpi di donne silenziose e segrete, costringendo chi guarda a cercare dentro sè parole non dette, emozioni perse o dimenticate.
Il tutto avvolto in un “blu” che arriva da lontano come la voce del mare e poi… in un piano più intimo e profondo, forte è il richiamo sul tavolo da gioco della vita il suo ricordo della “Parigina”.
Giulietta Gaiotti
Imer Guala, recentemente scomparso, ha avuto in sorte l’opportunità di esprimere mezzo secolo di storia artistica del novecento italiano, da pittore quale era e con i soli mezzi del pittore, si è mosso nel solco della recente tradizione artistica. Senza alcuna contaminazione di sorta, ha affidato ai colori, a volta rafforzati dal bassorilievo, la propria visione del mondo. In questa direzione leggiamo i due diversi momenti espressivi della sua carriera artistica. Il primo coincidente con gli esordi, con l’irrequietezza degli anni giovanili, di viaggi e sperimentazioni, è definito da un impianto realistico, che il forte cromatismo non fa scadere mai in descrizione.
Il secondo momento della sua carriera artistica, pur mantenendo l’impianto figurale originale, tuttavia evolve verso soluzioni espressive che non rinnegano influenze delle ultime avanguardie storiche del nord Europa. Così, sembra prendere il sopravvento, su altri influssi, che interessano la sua pittura, un certo surrealismo, subito semplificato, tuttavia, dal “minimalismo” che negli anni settanta aveva creato tanti adepti. La pittura di Imer, personalissima, sa ritagliarsi un proprio spazio ed elaborare una propria cifra stilistica, alimentata da un immaginario che attinge dal mondo classico, i personaggi-protagonisti, che ne animano le tele.
A quello stesso mondo, il Mediterraneo, Imer attinge, per la scelta dei colori che avranno una predominante azzurra, come il mare.
Renata Ghiazza
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